Aikido morbido… o duro?

In una vecchia intervista, rilasciata dal Maestro Saito, abbiamo trovato un interessantissimo passaggio, circa il notevole problema generato dal fraintendimento dei termini “morbido” e “duro”, usati nel Budo, a proposito del modo di allenarsi.

È un problema annoso, di cui in effetti sembra davvero difficile sbarazzarsi, perchè fondamentalmente risulta spesso un’ottima scusa per giustificare mancanza di volontà e pigrizia, o all’opposto, aggressività senza controllo.

Rincuora scoprire dalle parole del M. Saito, che il problema era già tale ai tempi di O Sensei.

Traduciamo liberamente dall’inglese il passaggio, tratto dall’intervista, che abbiamo trovato in una vecchissima copia di Aikido Journal…

<< O-Sensei usava sempre dire: “Sono ciò che sono perché mi sono allenato duramente per sessant’anni. Tu cosa pensi di poter fare?”

Spesso diceva questo.

Ma ci sono molte persone che non capiscono il significato di “duro” e “morbido”.

“Duro” significa fare la tecnica con decisione, ma con un movimento morbido.

Però la gente tende ad allenarsi muovendosi in modo non fluido.

E quando fanno un allenamento morbido, lo fanno in un modo senza vita.

I movimenti morbidi dovrebbero essere riempiti con il più forte “Ki”. >>

Per chi lo preferisse, di seguito il testo originale…

[Il testo di O-Sensei è tratto da: Aikido Journal]

16 commenti
  1. Roberto Peirano
    Roberto Peirano dice:

    Utilissimo questo chiarimento perché spesso si considera il termine molle come senza energia, e duro come eccessiva rigidezza o eccesso nell’uso della forza. L’obiettivo è però quello di rimanere morbidi ma pieni di Ki.

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  2. Sara Tagliacozzo
    Sara Tagliacozzo dice:

    Molto interessante lo spunto del Maestro Saito, e estremamente chiara la ‘provocazione’ di O’ Sensei!
    Mi viene da riflettere che, senza una corretta interpretazione di tale dimensione della pratica, una donna si dovrebbe sentire automaticamente esclusa dalla possibilità di praticare l’ Aikido. Cosa che ovviamente non si pone, dal momento che hard style non è sinonimo di forza bruta, ma di presenza consapevole e pieno utilizzo del Ki…

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    • Boris La Palermo
      Boris La Palermo dice:

      Si è vero, a me succede spesso, perché essendo un principiante i waza li eseguo troppo con la mente!!

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  3. Flaviana Calignano
    Flaviana Calignano dice:

    Spesso il termine duro viene tradotto mentalmente con rigidezza, così come molle con debole.
    Ma basta osservare la Natura per comprendere come sia più forte ciò che è fluido come l’acqua ad esempio.
    O-Sensei diceva di “studiare gli insegnamenti del pino, del bambù e del fiore del pruno. Il pino è sempreverde, ben radicato al suole e venerabile. Il bambù è forte, flessibile e molto resistente. Il fiore del pruno è robusto, fragrante ed elegante”.
    In queste parole è ben chiaro che forte è diverso da duro/rigido perchè il bambù di certo non lo è, ma è flessibile e resistente quasi ad “accogliere” le intemperie per poi proiettare gli effetti negativi lontano da lui…

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  4. Anna
    Anna dice:

    Verissimo…praticando ti rendi conto di quanto sia necessario abbandonare la rigidezza per fare scorrere l’energia. Allora puoi avere un movimento morbido e pieno di ki

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